Guerinoni

ARMA: Troncato; nel 1° di rosso al castello ad una torre d’argento, affiancato da due fontane scorrenti dello stesso; nel 2° sbarrato d’argento e di rosso. (N. 1075 dello Stemmario Camozzi-Vertova, manoscritto conservato presso la biblioteca civica A. Maj di Bergamo.

GuerinoniCASATA: La famiglia Guerinoni, spesso attestata anche nelle forme Guarinoni, Guarinonus o dé Guarinonibus, si trova documentata nella Valle Averara da tempi antichissimi e lo stemma si trova raffigurato sia sotto i portici di Averara fra gli affreschi cinquecenteschi, accanto a quelli delle famiglie più influenti del tempo, sia sulla facciata di un edificio del centro storico di Olmo al Brembo, al di sopra del quale compare la scritta “FRANCI.US ET ANTO.US D. GUARINO.IS”. Anche in questo caso come come in tanti altri, il cognome pare derivato dal patronimico Guerino, da cui Guerinone. Lo storico Giuseppe Girolamo Ercole Mozzi (1697-1777) nelle sue “Antichità bergamasche” ricorda numerosi esponenti di questa famiglia documentati da tempo remoto, fra i quali: 14 ottobre 1194 Lanfranco e Pietro. 12 settembre 1215 Ottobono fu Guala cittadino di Bergamo e arciprete della chiesa di Bergamo. 14 gennaio 1350 Giovanni detto Zanone fu Giacomo fu Beltrame dé Guerinoni di Averara, 30 agosto 1348 Crescimbene fu Alessandro. 29 gennaio 1368 Pasino di Fontana di Averara.

7 novembre1391 Bertino fu Crescimbene cittadino di Bergamo. 27 gennaio 1456 Viviano fu ser Guarino di Averara cittadino di Bergamo. 4 marzo 1456 Bernrdo fu Giovanni cittadino di Bergamo. 5 dicembre 1497 Antonio di Fontana vicario del Comune di Averara. 1529 Vincenzo di Fontana cittadino e abitante in Bergamo. Don Pietro di Averara fu parroco di Santa Brigida dal 1465 al 1482, don Giorgio, pure di Averara, venne eletto l’11 ottobre 1482 parroco di Santa Brigida, don Bartolomeo, già parroco di Calolzio, resse la parrocchia di Averara dal 1498 al 1515, don Tomaso resse dal 1616 al 1530 la parrochia di Santa Brigida e dal 1531 al 1532 quella di Averara. Dei Guerinoni di Averara, valenti pittori, che con le loro opere resero famosa la piccola terra d’origine, di ricordano Pietro e Andrea figlio e Pietro, vissuti nel XVI secolo, ma specialmente Giovanni Battista figlio di Orlando. Questi nacque verso la metà del XVI secolo, dallo stemma raffigurante il castello con due fontane che inserì con le proprie iniziali negli affreschi del 1577 eseguiti nella chiesa di S. Michele al Pozzo Bianco i Bergamo, si può presumere che appartenesse alla famiglia di Guerinoni di Fontana in Averara, stabilitasi da più di un secolo in Bergamo. Nel 1576 dipinse per la parrocchiale di Averara la bella pala della Vergine in trono con le sante Apollonia, Anastasia, Caterina d’Alessandria e Lucia. La sua attività si svolse prevalentemente a Bergamo, dove aveva bottega in Borgo S. Leonardo. Noto ai contemporanei come Battista Averara o dé Averaria, più raramente compare nei documenti con il patronimico che invece egli usava per firmare. Ricevette commissioni per la decorazione di palazzi privati come quello di Antonio Pieghetti (1572) o come quello del mercante Alessandro Morando (1574). Decorò due sale del palazzo del Podestà, lavorò in chiese e cappelle di confraternite di S. Maria Maddalena, in S. Alessandro in Colonna e, come si è detto in S. Michele al Pozzo Bianco. La morte dovette essere improvvisa; egli risulta infatti defunto fra il maggio e il novembre 1679, poco dopo aver terminato con Gian Paolo Cavagna la decorazione della Cappella del Corpus Domini in S. Alessandro in Colonna.

Nell’elenco del Collegio dei notai di Bergamo, si trovano Ambrogio fu Antonio (1557-1613) e Giacomo di Ambrogio Guerinoni (1604-1657) entrambi di Averara. Numerosi esponenti di questa famiglia dimoranti in alta Valle Brembana, risultano impegnati nell’attività minerarie sin dal XVI secolo: 2 novembre 1545, mastro Cristoforo fu mastro Luca della Fontana di Averara, anche a nome dei suoi fratelli, affittò a mastro Petrino e mastro Giovanni Antonio Ruffinoni fu Gufredo di Bordogna, metà di una fucina sita ad Averara in località “Fula sull’Acqua Negra”, per cinque anni, a lire imperiali 15 annue 28 febbraio 1555, mastro Cristoforo fu Luchino della Fontana di Averara, a nome suo e dei suoi fratelli Giovanni, Rufino, Antonio e Battista, affittò a Simone Matteo Calvi fu Tomaso, la fucina grossa sita in località “ala fusina de fora” presso Avera, con i suoi utensil, attrezzi e diritti vari per lire imperiali 29:15 annue. 15 luglio 1570, Cristoforo fu Luca della Fontana di Averara vendette a Domenico Camerata fu Andrea di Muggiasca, una fucina grossa sita alla Fontana di Averara, con i suoi utensili, attrezzature e diritti per lire imperiali 1500. Nello stesso giorno il compratore affittò al venditore la stessa fucina con un canone annuo di lire imperiali 60, senza limiti di tempo. 11 gennaio 1588, i fratelli Giuseppe, Raimondo e Battista fu Cristoforo Luchinetto della Fontana, comproprietari di un sesto della fucina grossa sita alla Fontana di Averara, insieme ad altri, la vendettero con i relativi utensili, attrezzature e diritti ai fratelli Giovanni Maria, Battista Petrino, Giuseppe e Raimondo fu Cristoforo per lire imperiali 3333. 28 agosto 1591, vi fu un accordo fra mastro Giovanni Maria fu mastro Cristoforo Luchinetto della Fontana di Averara e mastro Giulio TAbellino Maisis di mastro Antonio di Piazzatorre. Mastro Giulio promise di fornire carbone per i successivi tre anni alla fucina di Fontana di Averara dove “si lavora de azale et altra sorte di ferrarezza”, per il quale avrebbe ricevuto un compenso di uno scudo per ogni cassa di acciaio prodotto, che gli sarebbe stato poi versato da Luigi Santino Donati di Piazza (Brembana) e da Tomolo di Soprafondra. Nel corso degli anni una linea di questa famiglia, da Averara, ebbe a diramarsi in altre località, come nel vicino paese di Olmo (al Brembo) dove viene documentata con diversi esponenti e dove ancor oggi è presente. In località Cugno si trova un signorile edificio d’epoca con le facciate affrescate, noto come “palazzo Guerinoni”. Nel corso delle due guerre mondiali che sconvolsero il mondo nella prima metà del secolo scorso, in questo paese persero la vita i soldati Giuseppe fu Giacomo, Vittorio fu Vittorio mentre Alberto venne dichiarato disperso.

La famiglia Guerinoni risulta documentata da tempi remoti anche nella zona di Gorno in Valle Seriana, dove diversi esponenti esercitarono la professione notarile: Giovanni fu Almidano nel 1432, Stefano fu Giovanni tra il 1470 e il 1475. Cristoforo fu Giovanni tra il 1478 e il 1505, Almidano fu Falcone tra il 1485 e il 1529, Gio. Pietro fu Gio. Almidano negli anni 1730 e 1731, Matteo Angelo fu Gio. Franco tra il 1746 e il 1750, Gio, Franco fu Matteo tra il 1757 e il 1760, Gio. Batta Sperandio fu Gio. Batta tra il 1782 e il 1806.