Arioli

ARMA: Spaccato nel 1° d’azzurro, alla collina di verde sostenente una clessidra d’argento, accompagnata in capo da tre stelle d’oro; nel 2° d’argento, a tre sbarre di rosso con la fascia dello stesso attraversante la partizione (N. 3475 dello Stemmario Camozzi-Vertova, manoscritto conservato presso la biblioteca civica A. Maj di Bergamo).

ArioliCASATA: Di questa antica famiglia si hanno memorie risalenti al XIV secolo. Si trova infatti citata anche in un documento del 1388, con altre quarantun famiglie, in riferimento alle provvigioni e al dazio sull’acqua del naviglio di Cremona, con le aggiunte volute da Gian Galeazzo Visconti, signore di Milano, per l’assegnazione di determinate quantità d’acqua in once ed il rispettivo contributo in fiorini. Durante i vari secoli della sua storia, questa stirpe si divise in più rami che si stabilirono a Milano. Varese, Bergamo ed in altri centri minori della Lombardia, nonché in alcune città del Veneto e della Toscana, affermandosi ovunque positivamente. Contrasse nobili parentele e fu sempre illustrata da ragguardevoli personaggi. Un ramo di questa casata pose radici e prosperò a Piazzatorre; nella storia di questo paese si hanno numerosi riferimenti a suoi componenti, diversi dei quali ricoprirono importanti incarichi pubblici ed esercitarono nobili professioni. Purtroppo le notizie reperite sono scarse e frammentarie in quanto sia l’archivio parrocchiale, sia quello comunale sono stati in gran parte distrutti a causa di un incendio.

Nel centro del paese esiste un raro esempio di casa padronale con le facciate affrescate conosciuta come casa Arioli-Maisis. Prima dei restauri, ultimati nell’anno duemila, che l’hanno riportata al suo originario stato, appariva sopra l’attuale stemma della famiglia Maisis, quello Arioli eseguito nell’Ottocento. Sotto l’affresco inserito in un cartiglio il motto latino: “NON MANETAETERNUM DOMINUS SINE SEMINE VIVENS IPSUS AD LONGUM STEMMATE NOMEN HABET”, saggio e severo monito alla caducità terrena; (vita breve hanno anche i padroni, se non ci sono eredi, rimarrà a lungo lo stemma). Lo stemma Arioli e il motto sono riportati anche sulla facciata di un antico palazzo in piazza Mercato del fieno in città alta a Bergamo. Sopra la porta d’ingresso della chiesa parrocchiale, in un blocco di pietra, sono scolpiti i tre stemmi delle famiglie originarie del paese; quello degli Arici al centro, quello dei Maisis a sinistra guardando e quello degli Arioli a destra. Il manufatto sapientemente istoriato da mano ignota, pare opera del XVI secolo. In un’altra lapide, posta a fianco della porta, una scritta in latino, ricorda che l’edificio sacro, dedicato a S. Giacomo venne riordinato nel 1675 per interessemanto di Vincenzo Arici de Montanis, Pietro Giacomo de Maisis e di Giovanni Battista Arioli de Rivolis. All’interno della chiesa, nel quadro seicentesco di S. Antonio da Padova, sono raffigurati due membri della famiglia Arioli con il loro stemma e la scritta “ARIVORIS Q: PETRI ET / I.NES PETRI EIUS FILIUS / ANNO MDCVXXVII. Della famiglia Arioli dimorante a Piazzatorre fa parte anche Giovanni figlio di Luigi iscritto nel Collegio notarile di Bergamo, che esercitò la professione fra il 1844 e il 1867.

A Santa Brigida si ricordano don Giuseppe parroco dal 1752 al 1754, don Vincenzo parroco dal 1759 al 1773 e don Giuseppe arciprete dal 1839 al 1891, tutti originari di Piazzatorre. Con atto 6 luglio 1664 del notaio Lazzaro fu Pasino Lazzarini Bonetti, si identificarono le famiglie originarie di Piazzatorre, allo scopo di individuare quelle “forestiere” e sancire l’esclusione di queste ultime da ogni forma di partecipazione all’amministrazione della cosa pubblica. Nell’elenco degli originari figurano diversi componenti Arioli; così come nell’atto dell’ 1 marzo 1850, dove settantadue proprietari di boschi e pascoli costituirono la “Comunità antichi originari di Piazzatorre”. Merita un ricordo particolare l’asilo Arioli-Dolci di Piazzatorre, voluto da Antonietta Dolci nata proprio in questo paese nel 1840 dall’ing. Francesco, ricco borghese e da Celestina Capitanio. Ella che aveva sposato in prime nozze il dott. Giovanni Arioli, rimase presto vedova e senza figli; erede di un cospicuo patrimonio immobiliare costituito da fabbricati e terreni. Dopo alcuni anni si risposò con l’avvocato Giov. Battista Rossi ed andò ad abitare in Bergamo nel palazzo di Piazza Mercato del fieno, di cui precedentemente si è parlato. Dopo la morte del secondo marito rimase sola e dimorò in quel palazzo sino alla morte avvenuta il 5 maggio 1914 all’età di 74 anni. Con testamento 20 gennaio dello stesso anno dispose della sua notevole fortuna in beneficenza; oltre all’asilo infantile in città alta, costituì erede di tutte le sue numerose proprietà il Treviolo, la Congregazione di Carità di quel paese con l’intento di istituire fra l’altro un asilo infantile per i bambini poveri di ambo i sessi che mantenesse la denominazione Arioli-Dolci. Così pure destinò tutte le sue proprietà poste nel Comune di Piazzatorre, compresi tutti i mobli ivi esistenti, oltre alla azioni degli Antichi Originari che possedeva, per l’istituzione di un asilo infantile che portasse anche qui la denominazione Arioli-Dolci.

Fra le cronache del Comune di Piazzatorre si ricorda l’asta a pubblico incanto, avvenuta presso il sagrato della chiesa parrocchiale per l’affittanza del monte Torcola di proprietà comunale. Dopo varie offerte fatte dai diversi convenuti anche da fuori paese, il Cancelliere Censuario Giupponi aggiudicò l’affitto a Domenico Arioli figlio di Paolo detto Tajola di Piazzatorre, per il periodo da S. Martino 1809 a S. Martino 1816 al canone annuo di lire milleseicentocinquanta, centesimi sessanta e sette decimi. Da L’Eco di Bergamo del 20 giugno 1886 si rileva che a seguito delle lamentele dei pastori che frequentavano i monti Piazzatorre per l’uccisione di pecore ad opera di una grossa belva; Luigi Arioli, esperto cacciatore, accompagnato da Eugenio Arioli e Angelo Berera, portatosi nella Valle di Pigherolo, abbattè con un colpo di carabina un grosso esemplare di orso femmina del peso di cento chilogrammi; l’ultimo ricordato in zona. Fra i Caduti del primo conflitto mondiale si ricordano a Piazzatorre: Pietro fu Giacomo, Giacomo di Paolo, Giovanni di Pietro, Filippo di Achille, Aurelio fu Arcangelo, Pietro fu Giovanni, Alessandro fu Paolo, Angelo fu Giovanni, Francesco fu Paolo.

I dispersi furono; Carlo fu Paolo, Andrea di Zelmiro, Giovanni di Domenico e Luigi Giocondo di Pietro. A Mezzoldo si ricordano: Angelo fu Pietro, Ambrogio fu Domenico, Giovanni fu Antonio, Paolo di Antonio, Vitale fu Domenico. Augusto, dopo il secondo conflitto mondiale fu tra i promotori della costituzione del Gruppo Alpini di Piazzatorre divenendone il primo Capogruppo nel 1953. Da questo paese ebbe origine anche Mons. Giuseppe nato a Fombio il 25 marzo 1891. Suo padre Paolo, originario di Piazzatorre, si trasferì come tanti altri, nelle campagne del lodigiano; là si sposò con Isabella Bigatti di Lodi; ma il paese brembano rimase sempre nel cuore della famiglia e di don Peppino che fin da bambino trascorreva buona parte dell’anno a Piazzatorre quando la famiglia si trasferiva per l’alpeggio su quelle montagne. Durante la sua lunga vita sacerdotale fu operatore instancabile di iniziative educative, di costruzioni di oratori, di case parrocchiali e di restauro di chiese. Soprattutto nella parrocchia di Fombio, dove per ben quarantacinque anni lavorò assiduamente. Morì a Camairano il 18 dicembre 1994. Nell’elenco dei Sindaci che amministrarono il paese di Piazzatorre, numerosi sono gli esponenti Arioli che assunsero la carica di primo cittadino.