Donati

ARMA: Interzato in fascia; nel 1° d’oro all’aquila di nero, nel 2° d’argento alla croce piena di rosso, nel 3° di rosso alla palma di verde posta in fascia – Oppure: Spaccato, nel 1° d’argento alla croce patente di rosso; nel 2° di rosso ad una palma di verde posta in fascia (Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane di G.B. di Crollalanza, Vol. 3°, Pag. 223).

DonatiCASATA: è questa una delle famiglie più importanti dell’alta Valle Brembana; durante le lotte che insanguinarono l’Italia nel medioevo fra Guelfi e Ghibellini, vengono citati spesso quali esponenti di quest’ultima fazione. Questo cognome è presumibilmente derivato dal nome proprio Donato. Era sicuramente annoverata fra le più cospicue e rappresentative famiglie, tanto che per la scarsità di nomi propri, gli individui si distinguevano con curiosi soprannomi. La famiglia Donati è originaria di Piazza, anche se compare anche a Lenna già nel 1293, quando si trova menzionata la casa di Recuperato fu Donabello Donati. Nel 1344 si trova citato Domenico fu Bertramo, abitante in Lenna. Nel 1344 e nel 1348 è documentato Giovanni di Recuperato detto Mutto Donati di Piazza abitante di Cornamena in Lenna. Il cronista Castello Castelli nel suo diario o “Cronicon bergomense guelpho ghibellinum” ricorda Sighezzo fra i capi delle famiglie ghibelline nel 1395; Filippo capeggiò una spedizione di ghibellini contro Premolo l’8 luglio dello stesso anno, impadronendosi di diverso bestiame con l’uccisione di tre guelfi. Nell’accordo firmato il 3 giugno 1499 a Venezia per commissionale la pala d’altare per la chiesa di San Martino oltre la Goggia, che fu poi affidata a Lattanzio da Rimini (eseguita nel 1501 e conservata tutt’ora nella predetta chiesa), fra i rappresentanti dei paesi committenti figurano “…..ser Antonius Cantonus quaonam ser Gasparis de donatis de la Platea, ser Bartolomeus dictus Bertola quondam Franchi ambo de Donatis, Jacobus quondam ser Antonij de ispsis Donatis….” Nell’inventario dei beni immobili, arredi e corredi della sopracitata chiesa di San Martino, rogato nel 1496 dal notaio Joannem Antonium Palote de Donatis de la Plaza, scritto su pergamena e conservato nell’archivio parrochiale, vengono citati fra i testimoni “ …..Joannes filius quondam Morati, olim Baccari de Donatis de la Plaza, magister Dominicus filius quondam Steffani Solarij de Donatis de la Plaza ….Tonolus filius quondam Dominici dicti malinverse de Donatis de Lentina.

Recuperatus dictus Barcha filius quondam Tonoli de Donatis de Lentina, Antonius filius quondam Bonetto de suprascriptis Donati de Lentina ……” A San Martino, viene ricordato don Melchiorre che fu parroco dal 1490 al 1495 e don Sabatino che fu primo ad assumere il titolo di Arciprete dal 1516, quando con Bolla pontificia di Leone X, la parrocchia venne elevata ad Arcipretura. Fu anche notaio, presso l’archivio di Stato di Bergamo, si conservano numerosi atti da lui rogati, rinunciò per motivi di età, alla parrocchia nel 1567. Anche altri esponenti di questa famiglia esercitarono la professione di notaio e risultano iscritti al Collegio notarile di Bergamo; Alvise e suo figlio Fantino (1614) Giovanni Maria (1634), Luigi (1638), tutti di Piazza; di altri ancora che rogarono atti in alta Valle Brembana non è stata riportata la provenienza. Alvise da Piazza, figlio adottivo di Leonardo, viene descritto dallo storico bergamasco Bortolo Belotti, pittore di buon talento, continuatore dell’arte di Gerolamoda Santa Croce, vissuto fra il 1528 e il 1550, anche se poco conosciuto, vengono a lui attribuite due crocifissioni che si trovano esposte una all’Accademia di Venezia e una alla Galleria di Vienna. Don Giovanni Antonio di Piazza, fu parroco di Valnegra dal 1594 al 1598; don Vincenzo nativo di Olmo, guidò la parrocchia di Santa Brigida dal 1688 al 1730. Nel 1870 Giovan Battista offrì il restauro del sontuoso altare della chiesa di San Martino, lo ricorda una targa posta su di esso, nella parte verso il coro. Nel 1909, quando la chiesa parrocchiale sopra citata, venne dotata di due gandi pusterle laterali in noce; quella verso Lenna venne offerta da Carlo di Lenna (detto Gingia), quella verso Piazza da Lorenzo Betti di Piazza; sopra di esse sono incise le iniziali dei rispettivi donatori. Nel 1912 i fratelli Battista (1881-1933) e Carlo (1893-1981), diedero inizio ad un servizio di autotrasporti in alta valle Brembana, istituendo la linea San Giovanni Bianco – Olmo al Brembo. Dopo il primo conflitto mondiale, ripresero con slancio la loro attività che ebbe un notevole successo, acquisendo importanti concessioni di trasporto per tutta la Valle Brembana. Nel 1956 l’organizzazione venne ceduta all’Italcementi che sostituì anche la ferrovia.

Un altro loro fratello Marino (1890-1964) del Castel Basso di Lenna, fu un appassionato fotografo e cultore di storia locale, di lui si conservano belle fotografie dei primi decenni del Novecento. Durante la prima guerra mondiale la famiglia Donati Giuseppe (Nadài) di Piazza Brembana ebbe sette figli al fronte, Natale (1898-1975), si distinse combattendo valorosamente anche nella guerra di Libia, fu prigioniero in Austria, pluridecorato, gli venne concessa anche la Croce di guerra. Natale fu Francesco classe 1892 morì combattendo durante la prima guerra mondiale. Francesco, nativo di Lenna, emigrò in Argentina all’inizio del Novecento, ritornato in patria, costruì ed abitò la villa “Argentina”, uno degli edifici più signorili di Piazza Brembana (ora proprietà Begnis), fu per diversi anni Podestà di San Martino Dé Calvi, il Comune che raggruppava i paesi di Piazza Brembana, Lenna, Valnegra e Moio Dè Calvi. Suo figlio Franco ufficiale alpino, si distinse per valore durante la seconda guerra mondiale. Carluccio del già ricordato Carlo, nato a Piazza Brembana nel 1920, partecipò alla seconda guerra mondiale, combattè in Russia, fu poi prigioniero in Germania ed in seguito a malattia contratta in campo di concentramento, morì a Piazza nel 1947. A Piazza Brembana in Via San Bernardo e in Via Orenghi, si possono ancora notare su due edifici, degli stemmi della famiglia Donati, scolpiti nella pietra. Attilio classe 1917, di Piazza Brembana figlio del citato Battista, ufficiale degli Alpini, partecipò alla Campagna di Russia durante la seconda guerra mondiale. Ricoprì incarichi nell’Associazione Alpini; fu per diversi anni Presidente dell’Associazione Combattenti e Reduci di Piazza Brembana e referente per l’alta Valle Brembana sino alla morte, avvenuta nel 2006.l 1730. ia di santaBrigidarroco di Valnegra l 1550, anche se poco conosciuto, vengono a lui attribuite due crocifissi.