Cortinovis

ARMA: Di rosso a quattro sbarre d’oro, colla fascia alzata d’azzurro, sostenente un capo d’oro, all’aquila di nero. Sul tutto una torre d’argento, i cui merli alla guelfa attraversano la metà della fascia, con una scala d’argento in sbarra, movente dalla punta dello scudo e poggiata sui merli della torre ( Dizionario storico- blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane, estinte e fiorenti, compilato da G. B. Di Crollalanza. Vol. 3° Pag. 218).

CortinovisCASATA: varia è l’ortografia del cognome di questa famiglia, un tempo alternata in Cortinovi ed anche in Cortinuovi; considerata una fra le più diffuse della bergamasca. Pare che il ceppo originario di questa famiglia provenga da Trafficanti in Comune di Costa Serina, posto sulla “Via Mercatorum”, strada di collegamento fra Bergamo e l’alta Valle Brembana e di qui con il centro Europa, prima della costruzione della “Strada Priula”. La via dei mercanti si staccava da Alzano per il monte di Nese e da Nembro per Selvino, quindi raggiungeva Aviatico, Cornalba, Serina (capoluogo di valle e stazione di tappa), quindi Dossena, San Gallo, San Pietro d’Orzio, Gromo, Cornello, Lenna, Piazza, Olmo, Averara (stazione di tappa), e da qui il tracciato proseguiva per la Valmoresca, superava il Passo San Marco e scendeva in Valtellina, per Albaredo su Morbegno e quindi verso il centro Europa.

In “Gli Atti della Visita Apostolica di San Carlo Borromeo a Bergamo – 1575” a cura di Angelo Giuseppe Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII°, nella descrizione di Costa superiore (Costa Serina), Costa inferiore (Ascensione) Rigosa, Sambusita ed altri paesi della Valle Serina, diverse sono le citazioni a componenti della famiglia Cortinovis. Afferma Bortolo Belotti nella sua “Storia di Bergamo e dei Bergamaschi” che il toponimo Trafficanti è abbastanza recente, tanto che fino alla fine del ‘700, la contrada tra Costa Serina e Aviatico veniva chiamata Pompiallo. In un registro della Misericordia Maggiore di Costa Serina, è citato nel 1678 certo Girolamo Cortinovis detto “trafficante della contrada di Pompiallo”. In un’altra annotazione relativa ad un documento del 1705, compare certo Lorenzo Cortinovis detto “Lorenzino trafficante”, pure della contrada di Pompiallo. Questo fa ritenere secondo alcuni, che questa famiglia Cortinovis soprannominata “trafficante” abbia finito con l’affermarsi in Pompiallo sino a far prevalere il proprio soprannome sulla contrada. Fra i personaggi che maggiormente illustrarono la casata, meritano di essere citati: Bartolomeo frate dell’Ordine di Santo Stefano nel 1678; Benedetto; anch’egli dello stesso Ordine nel 1682., Angelo Maria (1727-1801) sacerdote ed archeologo bergamasco entrato nell’Ordine dei Barnabiti, insegnò umane lettere a Milano per oltre vent’anni, quindi diresse il collegio dei Nobili ad Udine, dove morì, lasciando dissertazioni e memorie sulle antichità del Friuli. Un suo fratello di nome Mario (1735-1798) anch’egli Barnabita, fu professore di retorica, filosofia e matematica; fu anche apprezzato architetto e disegnò la facciata di Sant’Alessandro in Colonna.

Gerolamo nel 1797 fu deputato del tribunale di Bergamo per i delitti di lesa nazione. Antonio Pietro Cortinovis, nacque il 7 novembre 1885 a Nespello, piccola frazione di Costa Serina. Lasciati i suoi beni ai poveri e vestì l’abito cappuccino il 29 luglio 1908, prendendo il nome di Fra Cecilio Maria. Trascorse a Lovere l’anno di noviziato quindi venne trasferito ad Albino e poi a Cremona. Nel 1910 venne destinato al Convento dei Cappuccini di Monforte, in viale Piave a Milano, sede che lasciò solo per il servizio militare. Sacrista per circa 11 anni, accanto al Tabernacolo, approfondì sempre di più la sua vita di unione con Dio. Dal 1921, portinaio e questuante per i poveri della città, percorse a piedi chilometri e chilometri di strada. In nome di Dio bussò ad innumerevoli porte per sfamare i suoi poveri. Collaborò attivamente, nel 1927, alla costruzione del monumento dedicato a S. Francesco in piazza Risorgimento. Nel 1959 fondò e diresse l’ “Opera San Francesco per i poveri”, a servizio degli emarginati e delle persone più provate. All’età di 98 anni si spense il 10 aprile 1984,nell’infermeria dei frati Cappuccini di Bergamo. Riposa nella Chiesa dei Cappuccini in viale Piave 2 a Milano. La causa di beatificazione, promossa dal Cardinale Carlo Maria Martini, iniziata alcuni anni or sono, ha già concluso tutte le formalità istruttorie e gli atti sono ora all’esame della Santa Sede.

A seguito delle conquiste coloniali dell’Etiopia e della Somalia del 1935-36 numerosi italiani partirono per lavoro in quelle terre, fra di essi diversi furono gli esponenti di questa famiglia, infaticabili lavoratori e ricercati quali artigiani edili, falegnami e boscaioli. Altri ancora per la loro abilità ed esperienza vennero ingaggiati nella costruzione delle dighe e centrali idroelettriche in alta valle Brembana, fu così che si trasferirono dai luoghi di origine, formando nuove famiglie in quei paesi. Durante la Grande Guerra (1915-1918) persero la vita i soldati Giuseppe di Ascensione, Francesco ed Erasmo di Trafficanti, Antonio e Pietro di Zogno, Lorenzo di Villa D’Almè ed Enrico di San Pellegrino. Il tenente pilota Luigi di Costa Serina, aviatore esperto e coraggioso, cadde con il suo aereo a causa di un’avaria nel 1931. Il 25 novembre 1944 a Cornalba vennero trucidati 14 partigiani fra i quali il tenente Franco originario di Trafficanti, ma trasferitosi con la famiglia a Ranica; suo fratello gemello Antonio arruolatosi nella marina era morto in battaglia nella zona di Lampedusa il 20 novembre 1942. A Franco (partigiano Franchi) è stata dedicata una via a Ranica. Il soldato Geremia di Ambriola venne imprigionato nel campo di concentramento nazista di Mathausen dove non vi era alternativa alcuna alla morte. Nel corso della seconda guerra mondiale (1940-1945), perirono i soldati Giovanni e Roberto di Acensione, Carlo e Lorenzo di Trafficanti, Pietro, Maurizio e Giovanni (fratelli), Carlo, Geremia, Lorenzo (nome che si ripete per ben quattro volte), Giovanni ed Ercole di Bracca-Costa Serina, Giovanni e Benedetto di Sedrina, Isaia, Luigi e Giovanni di Ubiale, Giovanni, Mario e Antonio di Villa D’Almè, Pellegrino di Almenno San Salvatore e Bernardo di Almenno San Bartolomeo. La disastrosa inondazione del 18 luglio 1987 procurò alla Valle Brembana ingenti danni e causò la morte di cinque persone; fra le quali Romeo di Lenna, sorpreso dalla piena del Brembo nel tentativo di togliere la propria auto dal garage. Diversi Cortinovis figurano quali Sindaci ed amministratori comunali: Lorenzo fu Gerolamo di Nespello, padre di fra Cecilio, fu il primo Sindaco di Costa Serina. Numerosi anche coloro che abbracciata la vita ecclesiastica, ressero parrocchie in tutta la bergamasca, ricoprendo vari ed importanti incarichi, altri esercitarono il loro ministero in terra di missione. Fra i tanti si ricordano Mons. Gaspare nato a Zogno nel 1915, Canonico del Capitolo della Cattedrale e Mons. Ferdinando nato a Trafficanti nel 1930, successore di Mons. Angelo Paravisi quale arciprete di Seriate, morto nel 2008.