CASATA: E’ quella dei Bottagisi un’antichissima famiglia, che ha legato la sua storia a quella della Valle Averara da dove pare abbia origine. Esponenti di questa famiglia si trovano descritti in documenti molto remoti. In un atto del 31 gennaio 1294, l’Arcivescovo di Milano Ottone Visconti, dava in locazione e masserizio (nomine locationis et juire massericii) il suolo e sottosuolo de tota valletorta a diciannove persone di Valtorta, Averara e Lecco, assicurando l’esclusività dello scavo e della lavorazione di ogni metallo nella Valle ed a Ornica, pro sibi contingente, cioè per quote e senza limite di durata, quindi in forma perpetua, assimilabile al livello. Fra i concessionari di Averara figurano Filippo, Uguzzone e Bartolomeo Bottagisi. Che si trattasse di argento, risulta da un successivo atto del 30 luglio 1345, ricognizione della precedente concessione, in cui i nuovi concessionari pagavano al Vicario dell’Arcivescovo, Guglielmo Azimonti, cinquanta lire di terzoli pro ricognizione locationis de tota Valletorta ed de venis argenti. Nel 1313 venne redatto ed emanato lo Statuto di Averara, contenente disposizioni di diritto pubblico, penale, privato e di procedura delle cause penali; uno dei più interessanti e completi del periodo comunale; esso fu approvato con atto rogato dal notaio Uguzzone Bottagisi. Anche nei successivi statuti di Averara, che sono comuni alle terre di Taleggio e portano la data del 17 dicembre 1368, si trovano citati di questa famiglia Giacomo, Luchino ed Uguzzone che esercitavano la nobile professione di notaio.
Diversi esponenti di questa famiglia, abbracciata la vita ecclesiastica, ressero alcune parocchie dell’alta Valle. Giovanni è il primo Cappellano di Averara di cui si ha notizia, ricordato nel 1439. Nel 1446 il Parroco di Averara, don Davide Bottagisi, commissionò l’affresco sotto il portico della chiesa parrocchiale, denominato “Torre della sapienza”, documento comprovante il fervore educativo religioso del XV secolo; recuperato nel 1985 a cura dell’Amministrazione Provinciale di Bergamo. Don Giovanni nativo di Averara fu Parroco di quel paese dal 1526 al 1531, quindi di Ornica dal 1569 al 1585, Don Giacomo anch’egli nativo di Averara, fu Parroco di Cusio dal 1567 al 1580. Don Gio. Battista guidò la parrocchia di Cusio dal 1609 al 1626, quindi quella di Santa Brigida sino al 1631. Don Cherubino fu Parroco di Piazzatorre dal 1653 al 1659. Lo storico bergamasco Bortolo Belotti nella sua Storia di Bergamo e dei bergamaschi, ricorda Cesare, che fece parte dei volontari al seguito di Giuseppe Garibaldi, combattè con valore morendo nella battaglia di Palermo del 7 maggio 1860 e l’Abate Giuseppe. letterato illustre, scrittore e poeta vissuto nel XVIII secolo. Membro dell’Accademia degli Eccitati dal 1775 al 1796 e Socio onorario dell’Ateneo bergamasco nel 1819. Nel 1782 collaborò con il Canonico Mario Lupo alla trascrizione del “Codex Diplomaticus Civitatis et Ecclesiae Bergomatis” pubblicato nel 1784.
Diede alle stampe diverse orazioni funebri: nel 1777 per la morte del Vescovo di Bergamo Marco Molino, quindi nel 1780, nel 1782 e poi nel 1784 per la morte del medico Andrea Pasta. Lo stemma di questa casata si trova fra gli affresci cinquecenteschi posti sotto i portici di Averara, accanto a quelle delle altre famiglie più influenti del tempo. Secondo recenti ed accurate indagini, si è attribuita la proprietà della famiglia Bottagisi, il caratteristico fabbricato in località Redivo in Comune di Averara, per lungo tempo erroneamente conosciuto come dogana veneta. Don Domenico nativo di Averara fu parroco di San Gallo dal 1838 al 1879. Ad Averara fra i Caduti del primo conflitto mondiale si ricordano Luigi fu Evaristo, Americo fu Giovanni, Giovanni di Giovanni e Luigi di Felice. Paolo fu decorato con medaglia di bronzo al valore militare l’1 novembre 1916, per essersi distinto al fronte con un atto eroico, Adriano fu Sindaco di Averara dal 1980 al 1984.