Origine dei Cognomi

Presso i Romani Cognomen era quello che oggi noi definiremmo soprannome, che gradualmente passò a soprannome familiare. Con il declino dell’Impero romano i cognomi vennero via via perdendosi e praticamente scomparvero con le invasioni barbariche. Dopo l’epoca carolingia si ebbe una rinascita dei cognomi, infatti l’origine di quelli attuali viene fatta risalire in piccola parte al X secolo, in quantità più cospicua al XI ed al XII. Pare che in età medioevale i primi ad usare i cognomi siano stati i Veneziani. Inizialmente furono i nobili a farne uso, mentre la gente più umile continuò a non farlo sino al XII-XV secolo. Vi furono alcuni casi limite che si protrassero fino all’inizio del XIX secolo, tanto che un decreto napoleonico prescrisse a chi fosse ancora sprovvisto di cognome di trovarsene uno. Per quanto riguarda l’etimologia dei cognomi si possono distinguere alcune tipologie principali. Gli antichi nobili cominciarono a denominarsi dal luogo del proprio dominio, che si tramandava di padre in figlio, perpetuando l’uso e trasformandosi infine in cognome. Questi cognomi distinguono quindi antichi signori feudali. Non sempre però un cognome originato da un toponimo indica una signoria sullo stesso, certe volte segnala solamente il luogo di provenienza e non sempre è facile distinguere le due tipologie, soprattutto a distanza di secoli. Solitamente i signori prendono il nome da paesi o località abbastanza grandi; per distinguere i nobili nei documenti è utile la presenza del titolo di dominus, l’equivalente del nostro signor.

In altri casi troviamo cognomi che traggono origine dalle dignità godute da un antenato o da varie generazioni. Abbiamo ad esempio Conti, Visconti, Avvocati od Avogadri, Confalonieri, Capitani o Cattaneo, Cancellieri, Valvassori, Dottori, Alfieri, Giudici, Gastaldi. Quando una qualifica feudale si trova unita ad un nome di luogo, ci troviamo davanti a signori locali, abbiamo ad esempio i Capitani di Valleve, di Marenzo, di Cene, di Scalve, di Vimercate i Vavassori di Medolago, di Lorentino etcætera. Questo tipo di cognomi può avere tre esiti diversi: quello che conserva la qualifica (come nel caso dei Capitani di Valleve, divenuti Cattaneo) e quello che mantiene il toponimo (Vimercati), od ancora quello che in un ramo conserva la qualifica ed in un altro il toponimo (come nel caso dei Vavassori/Medolago). Altre famiglie signorili si qualificarono da sempre solamente con il toponimo, come i Terzi, i Villa etcætera, raramente indicando la qualifica. A volte i cognomi di toponimo sono originati da un soprannome nato dal luogo d’origine che sostituisce il cognome vero e proprio. Talvolta questo luogo d’origine o d’abitazione è anche molto circoscritto, quale ad esempio una casa, una piazza, un edificio sacro, una via, una fontana, una valle, un monte. Talvolta con lo stesso cognome oggi possiamo avere i discendenti dei signori del luogo e dei contadini ivi abitanti.

Un altro tipo di origine dei cognomi affine a quello di una dignità è quello di una professione, originato dall’attività esercitata da un antenato o da più generazioni della famiglia. Abbiamo ad esempio Sarti, Sartori, Ferrari, Medici, Molinari, in Valle troviamo, per citare un caso, i Calegari (calzolai). Abbiamo poi i cognomi originati da un patronimico o da più raramente da un matronimico, che sia esso nome o soprannome. Essi furono formati dal nome proprio di qualche antenato, sia che fosse una persona di particolare rilevanza, sia che portasse un nome particolare, raro od insolito, sia che fosse semplicemente una persona conosciuta o nella quale la famiglia riconosceva un proprio capostipite. I figli ed in seguito i nipoti e posteri continuarono a valersi e ad esser designati da quel nome che divenne così cognome. Per quanto riguarda i patronimici in Valle abbiamo ad esempio gli Ambrosioni, i Gervasoni, gli Oberti, i Ruffinoni, derimazione dei nomi propri Ambrosius, Gervasius, Oberto, Ruffinus. I soprannomi, solitamente tratti dalla lingua volgare, siano essi assunti spontaneamente od appioppati dagli altri, ebbero origine o da particolari qualità o difetti fisici di un antenato, come ad esempio Rossi, Negri, Calvi, o da un’abitudine di vita, una deformazione fonetica od infantile del nome o di un vocabolo od altro ancora. L’uso dei soprannomi era ed è utilizzato soprattutto nelle comunità piccole e rurali, rispetto a quelle cittadine.

Sovente capita di trovare la stessa famiglia con diversi cognomi in diversi luoghi od in diverse epoche. Famiglie molto estese ebbero necessità di differenziare i vari rami o cambiando cognome od aggiungendone uno nuovo al precedente od ancora, quando avevano già un secondo cognome, sostituendogliene un altro. In questi momenti di transizione si trova sovente la stessa persona chiamata in modi diversi, con il vecchio cognome, il nuovo, od ancora entrambi. Dal grande ceppo dei Rota si distinsero vari rami, quali ad esempio i Rota Conti, i Rota Negroni, i Rota Brignoli; da questi ultimi in seguito si differenziarono i Rota Bulò, che abbandonarono il vecchio secondo cognome per prenderne uno nuovo. Queste differenziazioni ebbero grande sviluppo nei secoli XIV-XV ed anche all’inizio del XVI. Non sempre però questi secondi cognomi assursero dignità anagrafica, spesso rimasero semplici soprannomi. Anche per questi secondi cognomi, analoghi al cognomen romano, valgono i discorsi fatti per l’origine dei cognomi.

Ovviamente da questo discorso esulano i nomi di trovatelli che sono o di pura fantasia o caratterizzanti, ad esempio Esposito. Per la storia dell’origine dei cognomi sono molto utili gli atti privati, rogati nei secoli dai notai, che solitamente erano molto attenti alla chiara identificazione dei personaggi comparenti in un rogito. Sovente, soprattutto nei secoli XII e XIII, è difficile distinguere i soprannomi ed i patronimici dai cognomi, non è facile poi comprendere nei secoli successivi se si tratti di famiglie signorili o meno quando ci si trova davanti ad un cognome con toponimo; serve quindi attenzione e circospezione ed esperienza nell’identificare queste casistiche, spesso però basta rovistare un po’ nelle carte per individuare il capostipite di una famiglia e comprenderne l’origine.

Roberto Boffelli